Pasta e pomodoro

Pasta e pomodoro

Messaggiodi Estaff » 20/11/2006, 15:36

postato da Pepetto80


Una curiosità  dalla rete:
"Pasta e pomodoro, incontro sotto il Vesuvio"
(da Denaro.it)

La prima ricetta documentata che la vede protagonista risale all'anno mille.
Ma lei, la pasta, a quei tempi era già  ben conosciuta nei Paesi arabi, da dove fu importata in tutto il bacino del Mediterraneo. E' solo in Italia, però, che si diffuse in maniera straordinaria: è a Palermo che si ha traccia delle prime produzioni di pasta secca a livello artigianale e industriale. A Napoli, nel dicciassettesimo secolo, la pasta incontra il pomodoro, appena giunto in Europa dopo la scoperta dell'America.

Se idealmente il mito della pasta non si può non farlo cominciare da Cerere, dea delle messi e dei cereali, le sue prime tracce storiche emergono da una tomba etrusca di Cerveteri che si presenta ornata da un curioso motivo di coltelli, mattarelli e rotelle che sembrano quelle ancora oggi usate per la preparazione dei ravioli. Si data intorno all'anno Mille la prima ricetta documentata di pasta, tratta dal libro "De arte Coquinaria per vermicelli e maccaroni siciliani", scritto da Martino Corno, cuoco del potente Patriarca di Aquileia. Di certo la pasta era già  ben conosciuta nei paesi arabi, dove ancora oggi si parla di "makkaroni". Dai paesi arabi l'osmosi con Grecia e Sicilia (allora colonie arabe) à inevitabile. In verità , gli Arabi importarono la pasta per tutto il bacino del Mediterraneo, ma soltanto in Italia essa si diffuse in maniera così straordinaria.
E' Palermo storicamente la prima vera capitale della pasta, perchà© qui si hanno le prime testimonianze storiche di produzione di pasta secca a livello artigianale-industriale.A Genova nel 1574 nasce la Corporazione dei Pastai, mentre tre anni dopo a Savona à costituita la "Regolazione dell'Arte dei Maestri Fidelari".
Ma per una vera e propria rivoluzione culinaria bisognerà  attendere fino al XVII secolo quando a Napoli la pasta incontrò il pomodoro, appena giunto in Europa dopo la scoperta dell'America.
Il connubio pasta e pomodoro divenne insuperabile, facendo dimenticare le combinazioni agrodolce e dolce-salato che fino ad allora si utilizzavano in cucina. Anche così condita però la pasta rimaneva sempre cibo delle classi povere, soprattutto perchà© era ancora mangiata con le mani.
A consacrarla vero e proprio piatto "cult" anche tra l'aristocrazia fu la geniale trovata di un ciambellano di re Ferdinando II di Napoli, tal Gennaro Spadaccini, che nel Settecento inventò la forchetta a quattro punte corte, da allora usata per mangiare la pasta anche nelle corti di tutta Italia. A Napoli la pasta era preparata impastando la semola con i piedi.
Il pastaio stava seduto su un lungo sostegno e nel frattempo impastava la semola. Il re di Napoli Ferdinando II non era contento di questo metodo di pastificazione e ingaggiò un famoso ingegnere per migliorarne il procedimento. Il nuovo sistema consisteva nell'aggiungere acqua bollente alla farina fresca macinata e al lavoro di impastatura con i piedi subentrò una macchina fatta di bronzo che imitava perfettamente il lavoro svolto dall'uomo. Intanto, nel 1740 anche la città  di Venezia concede a Paolo Adami la licenza per aprire il primo pastificio. I macchinari erano abbastanza semplici, consistevano in una pressa di ferro azionata da alcuni giovani ragazzi. Nel 1763 il Duca di Parma Don Ferdinando di Borbone, concede a sua volta al signor Stefano Lucciardi di Sarzana il diritto di privativa per dieci anni, per la produzione di pasta secca "all'uso di Genova" nella città  di Parma. Alla fine dell'Ottocento, l'essiccazione ad aria calda à una realtà , coperta da numerosi brevetti.
La pasta muove i primi passi come prodotto mondiale con i primi pastifici industriali aperti in Francia, a Clermont Ferrand e in Svizzera.Nel XIX secolo a Napoli, mentre la crescita demografica aggravava la situazione delle disponibilità  alimentari, una vera rivoluzione tecnologica, la diffusione della gramola e l'invenzione del torchio meccanico, consentì di produrre pasta a prezzo più conveniente. Inizialmente in legno e con campana di rame, il torchio andò via via raffinandosi e ottimizzandosi. Dal 1870 la pasta diventa così sempre più protagonista dell'alimentazione popolare con il varo sempre a Napoli del torchio idraulico, prodotto dalla ditta Pattison. Nella fase d'avvio della produzione industriale molto ha contato il clima partenopeo e la vicinanza della città  al mare che favorisce, in Campania come in Liguria e in Sicilia, la migliore essiccazione e la conservazione a lungo del prodotto.
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