I Vattienti, di Nocera Terinese
Inviato: 21/11/2006, 15:25
Postata da annalun@
Nocera Terinese si trova in Calabria nella Provincia di Catanzaro.
Arrivare a Nocera non è difficile data la sua vicinanza alle grandi vie di comunicazione stradali, autostradali, ferroviaria, ed all'aeroporto di Lamezia Terme.
Arrivando a Nocera paese si ha subito l'impatto con l'incantevole paesaggio, sullo sfondo i promontori del Mancuso, in primo piano le case incastrate una con l'altra, addossate alla collina, su tutto emergono i colori e la sontuosità della cupola della chiesa di San Giovanni Battista. In cima alla collina testimone del trascorrere del tempo i ruderi del convento dei cappuccini.
Durante la Settimana Santa a Nocera si rinnovano manifestazioni di origine antichissime, tramandate da un generazione all'altra, seguita e attesa da tutta la popolazione nocerese. In particolare il rito di sangue dei "Vattienti", un atto di fede vissuto in maniera unica e la processione della "Madonna Addolorata".
Mentre si svolge la processione con la statua della Madonna dell'Addolorata, per le vie del paese si aggirono i Vattienti, si battono con un pezzo di sughero che prende il nome di "cardo", nel quale sono collocati, bloccati nella cera, 13 pezzettini di vetro che fuoriescono di pochi millimetri.
I Vattienti hanno la testa avvolta da un panno nero ed una corona che non ha aculei ma à un ramo di "sparaconga", tra le altre cose molto spesso tenero, che viene lavorato in modo tale da formare una corona; indossano un paio di pantaloncini corti per lasciare scoperte le cosce.
Ognuno di loro à allacciato con una cordicella all'Ecce-Homo (un compagno), alla vita un panno rosso che scende fino alle caviglie.
Con gli strumenti penitenziali, detti la rosa e il curdo, formati da tamponi di sughero infissi da pezzi di vetro, i Vattienti si percuotono, con movimenti ritmici, le cosce e i polpacci e poi passano la rosa bagnata del loro sangue sul petto dell'Ecce-Homo.
Girano per le strade mischiati alla processione e quando sono vicini alla statua della Madonna, fanno il segno della croce, si percuotono e versano il loro sangue ai piedi della Vergine.
Il "vattente" indossa una maglietta o camicia (in questi ultimi anni à sorta la tendenza a preferirle nere) ed un pantaloncino corto, anch' esso preferibilmente nero, che alcuni tengono sgambato sulle anche con dei laccetti-tiranti per lasciare molto scoperte le coscie ed agevolare la corsa. Lega poi in testa un largo fazzoletto nero detto "mannile", preso "in prestito" dal copricapo tradizionale delle donne anziane e su esso vi calza una voluminosa corona di "sparacogna". Il mannile , ora elemento puramente simbolico, rivolto più ad attutire il contatto diretto della corona con il corpo, ha avuto nel passato un ruolo ben diverso; di esso si trova traccia già nella seconda metà del secolo scorso, quando veniva tenuto calato sul volto per rendere irriconoscibile l'uffiziante...
Nocera Terinese si trova in Calabria nella Provincia di Catanzaro.
Arrivare a Nocera non è difficile data la sua vicinanza alle grandi vie di comunicazione stradali, autostradali, ferroviaria, ed all'aeroporto di Lamezia Terme.
Arrivando a Nocera paese si ha subito l'impatto con l'incantevole paesaggio, sullo sfondo i promontori del Mancuso, in primo piano le case incastrate una con l'altra, addossate alla collina, su tutto emergono i colori e la sontuosità della cupola della chiesa di San Giovanni Battista. In cima alla collina testimone del trascorrere del tempo i ruderi del convento dei cappuccini.
Durante la Settimana Santa a Nocera si rinnovano manifestazioni di origine antichissime, tramandate da un generazione all'altra, seguita e attesa da tutta la popolazione nocerese. In particolare il rito di sangue dei "Vattienti", un atto di fede vissuto in maniera unica e la processione della "Madonna Addolorata".
Mentre si svolge la processione con la statua della Madonna dell'Addolorata, per le vie del paese si aggirono i Vattienti, si battono con un pezzo di sughero che prende il nome di "cardo", nel quale sono collocati, bloccati nella cera, 13 pezzettini di vetro che fuoriescono di pochi millimetri.
I Vattienti hanno la testa avvolta da un panno nero ed una corona che non ha aculei ma à un ramo di "sparaconga", tra le altre cose molto spesso tenero, che viene lavorato in modo tale da formare una corona; indossano un paio di pantaloncini corti per lasciare scoperte le cosce.
Ognuno di loro à allacciato con una cordicella all'Ecce-Homo (un compagno), alla vita un panno rosso che scende fino alle caviglie.
Con gli strumenti penitenziali, detti la rosa e il curdo, formati da tamponi di sughero infissi da pezzi di vetro, i Vattienti si percuotono, con movimenti ritmici, le cosce e i polpacci e poi passano la rosa bagnata del loro sangue sul petto dell'Ecce-Homo.
Girano per le strade mischiati alla processione e quando sono vicini alla statua della Madonna, fanno il segno della croce, si percuotono e versano il loro sangue ai piedi della Vergine.
Il "vattente" indossa una maglietta o camicia (in questi ultimi anni à sorta la tendenza a preferirle nere) ed un pantaloncino corto, anch' esso preferibilmente nero, che alcuni tengono sgambato sulle anche con dei laccetti-tiranti per lasciare molto scoperte le coscie ed agevolare la corsa. Lega poi in testa un largo fazzoletto nero detto "mannile", preso "in prestito" dal copricapo tradizionale delle donne anziane e su esso vi calza una voluminosa corona di "sparacogna". Il mannile , ora elemento puramente simbolico, rivolto più ad attutire il contatto diretto della corona con il corpo, ha avuto nel passato un ruolo ben diverso; di esso si trova traccia già nella seconda metà del secolo scorso, quando veniva tenuto calato sul volto per rendere irriconoscibile l'uffiziante...